2000
Video-installazione a due canali, colore suono, loop
Installazione composta da due video-proiezioni sincronizzate diametralmente opposte. I video sono la documentazione di un’azione avvenuta nel centro di Milano: l’artista, vestita in abiti infantili, cammina per strada sollevando la gonna e mostrando la biancheria intima ai passanti. Un video documenta l’azione, l’altro i passanti che camminano nella direzione opposta all’artista. I passanti compiono in questo modo un attraversamento dello spazio espositivo, apparendo prima su una parete e poi su quella opposta.
Le immagini sono accompagnate da due tracce audio: un voiveover in cui l’artista sussurra parole alla maniera dello stream of conciousness si alterna a I’m so tired dei Beatles cantata dall’artista. L’alternarsi di parole, sussurri, canto e silenzio, è inteso per accrescere l’atmosfera onirica creata dalle immagini.
Partendo da un ribaltamento dello stereotipo del maniaco che insegue la ragazzina fuori da scuola e da sogni classici come quello di trovarsi per strada nudi o di perdersi nella propria città, questo progetto è inteso come una riflessione sull’alienazione e la precarietà del singolo individuo a confronto con la moltitudine umana che abita la città. La ragazzina è cresciuta ed è diventata lei stessa un’esibizionista, ma il suo comportamento non è violento o perverso, le sue azioni sono anzi l’ostentazione di un desiderio (un bisogno) di comunicare con l’altro e il tentativo di confermare la propria identità attraverso uno svelamento (il suo abito è di velo). Il gesto di mostrare qualcosa di privato in uno spazio pubblico rende la donna vulnerabile, ma offre allo stesso tempo, la possibilità per uno scambio.