le cose non sono
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Installazione sight-specific, materiali vari

La marrana arteambientale, Monte Marcello

Il progetto consiste in due installazioni sonore, fruibili dal pubblico attraverso l’esperienza dell’ascolto e del gioco. Più che di installazioni separate, si tratta di una narrazione unica scomposta in più parti, dove la storia viene raccontata da due diversi punti di vista. Come in molti progetti recenti, tornano i temi del doppio e dello specchio, della narrazione, dell’uso della voce e della parola scritta, della metafora dell’infanzia e del mondo dei giochi.

Nel progettare questo intervento gli artisti hanno immaginato di riportare alla luce un mistero nascosto, legato ipoteticamente alla storia del luogo, ma sommerso per anni nel folto della vegetazione. Come se dietro all’ordine apparente delle cose, dietro alla precisa geometria del giardino solare e mediterraneo, il parco celasse un’anima romantica e intricata come una tela di ragno, lungo le cui direttrici, come linee invisibili di energia sotterranea, fossero sepolti  antichi segreti.

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Le cose non sono quelle che sembrano trae ispirazione da due romanzi, ambientati in epoca Vittoriana, in cui il giardino è un elemento fondamentale: Ada o Ardore di Vladimir Nabokov e Angeli e Insetti di Antonia S. Byatt. Questi racconti hanno in comune una storia di incesto tra fratello e sorella, un interesse per l’enigmistica e uno sguardo sul mondo degli insetti inteso come metafora per la sfera della sessualità.

L’installazione è composta da quattro elementi:

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Un’altalena appesa ad una struttura tesa tra due ulivi, sul cui sedile di legno è inciso un gioco del bersaglio. Lungo le corde dell’altalena sono situate due casse acustiche che riproducono una parte del racconto. Il suono viene azionato tramite una fotocellula dal movimento oscillatorio dell’altalena. Attorno all’altalena crescono 2 cespugli di rose rampicanti.

Un tavolo di marmo e quattro sedili posizionati sulla balza inferiore a quella su cui si trova l’altalena. Sul piano del tavolo è scolpito a bassorilievo un tavoliere da scarabeo al cui centro sono leggibili le parole INSECT INCEST. Il piano del tavolo è cavo e al suo interno sono posizionate due casse acustiche che riproducono l’altra parte del racconto. All’interno del supporto del tavolo si trova una scatola di metallo che contiene tutto l’occorrente per giocare: le tessere dello scarabeo, le regole del gioco, la clessidra. La traccia audio viene azionata da una fotocellula all’arrivo del pubblico.

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Alcuni cespugli di Budleia Davidii, arbusto che attira le farfalle (insetti simbolo della metamorfosi), piantati tra la vegetazione che circonda il tavolo.

Un albero da frutta con un doppio innesto (metafora dell’incesto) sullo stesso impianto, che produce due diversi frutti.

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Si tratta dunque di un intervento in divenire, la cui relazione con il luogo che lo ospita si intreccia e complica con il passare del tempo. Il progetto è pensato come intervento organico al giardino e destinato a crescere con esso.

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Quella sensazione di eterna felicità che si prova alla fine delle favole senza fine, 2005   –    100 x 140
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I wanna hold your hand if I can be so bold, 2006   –   100 x 140
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