Performance e installazione.
Milano, IDA Centro per l’Arte Contemporanea, Stecca degli Artigiani, Novembre 2003
NO! è un progetto site specific che consiste in una performance e un’installazione permanente presso gli spazi dell’associazione IDA che per anni ha promosso eventi culturali alla Stecca degli Artgiani, nel quartiere Isola di Milano.
L’attività del centro IDA insieme a quella di altre associazioni presenti alla Stecca, si era unita alla protesta del quartiere contro la distruzione della stessa Stecca (edificio storico milanese) e dei giardini che la circondano (uno dei rari spazi verdi della zona) che sono parte di un vasto piano di sventramento dell’intero quartiere causa speculazioni edilizie programmate dal comune di Milano.
Agli artisti veniva chiesto di progettare un intervento permanente che, oltre a sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema, aggiungesse un valore all’edificio rendendone più difficile l’abbattimento.
L’intervento degli artisti, ispirato alle pratiche di resistenza e disobbedienza civile usate dai militanti inglesi nell’ambito della lotta contro la costruzione di autostrade degli anni 80 e 90, consiste nella costruzione di un muro all’interno dell’edificio e in una performance progettata attorno a questo muro. La parete, che nella sua pulizia formale contrastava con l’ambiente decadente dell’edificio in rovina, intendeva tra le altre cose dare un segno di ricostruzione e di cura (nel senso di prendersi cura) nei confronti della malandata Stecca. Sulla parete è stato poi praticato un buco per consentire a due persone, in questo caso i Mocellin e Pellegrini, posizionate nelle due stanze adiacenti ad essa, di darsi la mano e al contempo ammanettarsi attraverso il muro, in modo da opporre, con i loro corpi uniti, resistenza alla distruzione dell’edificio.
Il progetto si articola attorno alle riflessioni degli artisti sulle dinamiche di relazione, sul rapporto tra identità e spazio e sul tema del doppio e da origine ad un’immagine sorprendente e poetica che aggiunge al gesto militante una dimensione sensuale ed emotiva.
Durante la performance, mentre in ogni stanza un ghetto blaster trasmetteva a tempi alterni My Way cantata da Sid Vicious, il muro rosso, che separava i due artisti in abiti nuziali, creava una divisione solo apparente che si annullava nel calore del gesto di tenersi stretti all’interno della parete
Le manette sono rimaste attaccate al muro per permettere a chiunque lo desiderasse di opporsi alla distruzione della stecca in qualsiasi momento.