Installazione site-specific. Hotel Locarno, Roma, 2013
Ogni luogo, che sia esso apparentemente anonimo o fortemente connotato, racchiude tra le sue mura una memoria di sé.
Questo progetto nasce dal desiderio di fare della demolizione di un albergo un’opera d’arte, per metterne in luce la storia nascosta e rivelare relazioni inaspettate. Sospeso su un confine tra pubblico e privato, tra movimento e staticità, tra luogo e non luogo, l’hotel è un posto dove si vive in modo altro da come si vive a casa. Nonostante ciò alcuni alberghi possono diventare, per qualcuno, una casa. Il Locarno, con le sue stanze tutte diverse l’una dall’altra e la sua storia, è sicuramente più “casa” di altri.
Ma un hotel è soprattutto un luogo di passaggio. L’idea di transito, di non permanenza, che riflette in un certo senso la natura umana, è sempre una caratteristica di questi luoghi e benché i muri dell’albergo siano sempre gli stessi, al loro interno si sono consumate molte storie, anche se forse ad occhio nudo è difficile vedere le tracce di ciò che è accaduto.
Con lo sguardo duplice di chi è abituato a osservare il mondo da un altro punto di vista, gli artisti hanno cercato di trovare alcune di queste tracce e farle affiorare in superficie.
Crash, installazione composta di muri e oggetti d’arredo esistenti, tracce sonore e oggetti progettati ad hoc e situata nello spazio decontestualizzato dell’hotel in fase di ristrutturazione, riflette dunque sulla natura precaria dell’esperienza umana. L’installazione è in bilico tra il desiderio liberatorio di spaccare tutto per creare qualcosa di nuovo e la volontà di preservare una memoria: frammenti di storie, suoni, suggestioni, che compongono una narrazione a più voci, spezzata e circolare al tempo stesso.
All’interno delle camere sventrate ma ancora ricche di arredi, i telefoni squillano invitando il visitatore a rispondere, per ascoltare di volta in volta una storia diversa. Questi racconti, raccolti intervistando le persone che da anni lavorano all’albergo e le proprietarie, sono stati poi rielaborati dagli artisti per creare testi nuovi e riletti dal vivo da alcuni membri dello staff dell’hotel.
Parte del progetto è anche CrashCamera video che non è una documentazione dell’installazione, ma un lavoro autonomo nato da una riflessione sulla relazione tra narrazione ed architettura, la natura transitoria della vita e la difficoltà di comunicazione che caratterizza molte relazioni umane.